IL TRENINO DI ADRIANO

GENESI

Tra le imprese del genere umano, la costruzione delle strade ferrate rappresenta certamente un capitolo tra i più importanti. Esse infatti, rendendo agevoli spostamenti prima impossibili o comunque lenti e faticosi, hanno dato un impulso fondamentale al progresso umano.
Tali imprese non includono certamente quella qui descritta, cioè la realizzazione di un plastico ferroviario in scala H0. Essa infatti ha una certa importanza solo per i suoi protagonisti. Tuttavia abbiamo deciso di raccontarla in quanto alcune soluzioni, riguardo l' alimentazione e il controllo dei convogli, potrebbero essere originali e di interesse per qualche modellista. Ma iniziamo da capo.
Mostriamo qui sopra una veduta della nostra soffitta. Come vedete c'è di tutto, il mulino a vento e l'aereo erano stati fatti per recite scolastiche.
Adriano quando viene ci va a giocare molto volentieri e un giorno ha trovato una scatola di trenini Lima. Era un trenino appartenuto al padre quando aveva circa la sua età cioè quasi trenta anni fa. Non c'era alcun plastico, si disponevano i binari su un circuito con tratti dritti e curvi e si faceva girare il treno. Tutto qui. Il trenino era stato poi messo via ed era rimasto lì, abbandonato.
Non so se tutti i nipotini siano come il mio, lui non dà tregua: “Nonno quando giochiamo col trenino?” “Nonno mi piace tanto il trenino nonno. E' la mia passione. Quando lo montiamo nonno?”.
Al primo tentativo si è subito capito che il tempo non era passato invano: i binari erano tutti ossidati, non vi era contatto elettrico affidabile tra le varie sezioni e la locomotiva non voleva saperne di funzionare. Comunque, avendo più tempo di allora, abbiamo deciso di realizzare un vero plastico: abbiamo procurato una tavola e vi abbiamo posizionato sopra i binari. Smontata e sistemata la locomotiva, qualcosa ha iniziato a muoversi.
In seguito ci è venuta la sciagurata idea di guardare, sulla rete, degli esempi di modellini ferroviari. Ci siamo vergognati della nostra misera tavola e abbiamo deciso di fare un lavoro più professionale.
Ci siamo procurati, a tale scopo, i materiali indispensabili e abbiamo iniziato a fare qualche montagna, il mare, un fiume e così via. Ci eravamo illusi di avere la strada in discesa ma non era così.
Ero infatti stato messo a riposo per raggiunti limiti di età e un collega mi ha chiesto cosa facessi nel tempo libero. Ho risposto che tempo libero non ne avevo, comunque ogni tanto, insieme al mio nipotino, dedicavo qualche ora alla realizzazione di un plastico ferroviario. Mi chiese: “Come si alimenta il treno? Si applica tensione tra i binari e lui cammina?”. “Si è proprio così” risposi. “Ma adesso si può fare qualcosa di meglio”. Ribatté lui.
Si è vero; oggi si può fare qualcosa di meglio. Si possono comandare le locomotive a distanza in modo indipendente l'una dall'altra, introdurre sistemi automatici di sicurezza e comandare ogni cosa dal monitor di un computer. “Facile nonno” dice il nipotino, “lo comandiamo col computer, cosa ci vuole? Si preme un tasto e il treno va. Un altro tasto e il treno si ferma”. Come un videogioco.
Certo, ma sarebbe bene mostrare sul monitor la velocità dei vari treni e, visto che ci siamo, perché no anche la posizione, istante per istante. Per il momento non abbiamo idea di come fare ma siamo fiduciosi tanto non ci vuole niente.